Un Esercito alla riscossa

La linea difensiva del fronte italiano si attesta lungo il fiume Piave. Lì si cerca di fermare l’avanzata austro-tedesca.

Le linee italiane si riorganizzano mentre il nemico perde lo slancio offensivo. I mesi invernali nuovamente mettono una pausa alle operazioni maggiori.

A marzo gli imperi centrali riescono a chiudere definitivamente le operazioni sul fronte russo e ora un ingente numero di soldati può riversarsi sul fronte occidentale in Francia e in Italia.

Gli imperi centrali tentano un ultimo colpo fatale prima dell’arrivo dei soldati americani.
Il Keisershlacht in Francia e un’offensiva generale sul fronte italiano, la battaglia del solstizio.

Non passa lo straniero! L’offensiva iniziata il 15 giugno viene bloccata e solo una settimana dopo si esaurisce.

Il generale Diaz, nuovo comandante italiano, si riorganizza e il 23 ottobre 1918 è in grado di attaccare con anticipo rispetto a quanto auspicato dagli Alleati che volevano un’offensiva per il 1919.

La resistenza austro-tedesca è debole e subito gli italiani attraversano il Piave e raggiungono Vittorio Veneto. La guerra è vinta, il 4 novembre l’Austria firma l’armistizio di Villa Giusti.

Le truppe italiane raggiungono Trento, Bolzano, Trieste mentre viene mandato un contingente sino a Innsbruck per scongiurare un eventuale colpo di coda della Germania che invece è ancora in guerra.

BOLLETTINO DELLA VITTORIA

  Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12

La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita.

La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d’armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l’irresistibile slancio della XII, dell’VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.

Nella pianura, S.A.R. il Duca d’Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.

L’Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell’accanita resistenza dei primi giorni e nell’inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecento mila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinque mila cannoni.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

Armando Diaz

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